Individuo,  Psicologia

Pausa psico-caffè

Mi succede spesso quando mi trovo con amici o conoscenti che, parlando del mio lavoro, esclamino “ah, a tutti servirebbe lo psicologo secondo me!“. Esatto, lo penso anch’io ma ho una visione che si distanzia dall’esclusiva cura del puro disturbo psicopatologico.

Mi spiego meglio.

In psicologia si parla di disagio inteso come la limitazione di uno stato di benessere. Mi riferisco a quadri psicopatologici conclamati quali il disturbo d’ansia, il disturbo depressivo, il disturbo bipolare, il disturbo di personalità e così via.

Ma coloro che non soffrono di un disagio psicologico ma avvertono il bisogno di raccontarsi? Coloro che vorrebbero farla una telefonata allo psicologo di tanto in tanto?

Ascolto psicologico.

Una giornata tipo…

Immaginiamo di aver trascorso una giornata lavorativa molto piena, in cui ci si è destreggiati tra email, telefonate, una riunione, l’acquisizione di uno o più clienti, le richieste da parte del datore di lavoro e/o dei colleghi, qualche imprevisto e la connessione internet che fa i capricci. Forse non abbiamo pranzato, forse abbiamo velocemente consumato il pasto. Poche chiacchiere e tanti caffè. Immaginiamo che, di giornate lavorative come queste, ce ne siano più di 2 o 3 consecutivamente… o molte di più.

Immaginiamo di tornare a casa bramando una doccia, una tuta comoda e l’affetto delle persone che amiamo, qualche discorso a cena e di rilassarsi con una serie tv su Netflix. Ma, a cena qualche frase sfugge di mano. Forse per un clima di tensione che si avverte, forse perché quel posto sicuro non lo sentiamo più tale, perché ad essere onesti di cene caotiche e burrascose ultimamente ne stiamo vivendo molte. Immaginiamo di avere più di un pensiero per la testa, di mettere in dubbio quell’affetto o quell’amore…

Immaginiamo di provare ad iscriversi a quel corso che ci piaceva tanto, con il/la nostro/a amico/a: martedì e giovedì alle 19 “orario perfetto” pensiamo “esco dal lavoro e sono lì“. E poi… il lavoro richiede la nostra presenza: usciamo in ritardo e non arriviamo in tempo per le 19, non abbiamo più energia e per l’attività sportiva sicuramente ne serve. Abbiamo impegni serali sempre in quei due giorni e altre volte non ne abbiamo voglia e preferiamo tornare a casa.

Nel fine settimana… il sabato è dedicato a sfoltire l’agenda da ciò che in settimana non si è potuto fare e la domenica trascorre velocemente, troppo velocemente ed è già lunedì. Una corsa ad ostacoli, una nuova versione di “giochi senza frontiere” in cui manca il premio o, perlomeno, così lo percepiamo.

La nostra percezione

Percepire un senso di affaticamento, noia, inquietudine è presente in molte persone. Il desiderio di condividere con l’altro ma contemporaneamente sentire il bisogno di allontanarsene, di ricercare la solitudine.

La routine può creare un vortice in cui percepiamo di essere risucchiati, di dover correre velocemente per stare al passo con le richieste esterne. Questo è un dato di realtà.

Una persona può sentire il bisogno di parlare con l’altro per scaricarsi, ricalibrarsi, per orientarsi seguendo una nuova luce. Capire come poter sfruttare al meglio il proprio tempo e le proprie potenzialità. Una crescita personale mirata al raggiungimento di un benessere o di un nuovo equilibrio.

E’ possibile si abbia voglia di raccontare come si affrontano le giornate a lavoro, quanto è complicato incastrare gli impegni e gli svaghi come un puzzle. E’ possibile si abbia voglia di raccontare come la si vive la vita e si vorrebbe ricevere un conforto: come un abbraccio caldo, come una mano che indichi la direzione.

La difficoltà a livello psicofisico è riuscire a tenere il nostro “tutto” appeso a un filo cercando di non far cadere nulla. E proprio lì, in quel momento si vorrebbero avere 30 minuti di pausa: dopo il lavoro, dopo la palestra, in uno studio, al telefono, in video chiamata.

Le persone hanno bisogno di essere ascoltate

Le persone hanno bisogno di essere ascoltate.

Ciò riflette l’ascolto e il sostegno psicologico: vanno ascoltati i pensieri, le preoccupazioni, le emozioni che ne derivano. Vanno ascoltate presto, prima che si strutturi un disturbo psicologico, ancor prima che ne nasca l’idea. Prima che la richiesta psicologica sia percepita come ultima possibilità, prima che il ricorso ad essa sia dovuto.

Essere supportati sul piano mentale dovrebbe essere percepito come un piacere. Una cura per se stessi.

Quindi, si! A tutti servirebbe uno psicologo, che stia lì ad ascoltare la giornata improbabile che si è vissuta o la discussione con l’affetto più caro, durante una pausa caffè.

Pausa psico caffè.

Una pausa psico-caffè!

Poichè il caffè equivale ad uno stop & go ne sentiamo il bisogno proprio come quando avvertiamo il bisogno di essere ascoltati.

Ti aspetto nella tua pausa caffè…

Consulenza psicologica individuale

DOVE MI TROVO

https://www.facebook.com/lapoltronadellapsicologa

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